Stipendi stabili e prezzi alle stelle, il divario fotografato da Istat. L’inflazione è conclamata. Il rapporto sui consumi licenziato dall’Istat non rivela dati inaspettati. Aumenta il divario tra la crescita dei prezzi e quella degli stipendi, aprendo non solo una stagione di forti incertezze per i consumatori. Ma anche il rischio di un crollo degli acquisti con effetti devastanti sulla produttività e sull’impoverimento complessivo della popolazione.
Stipendi stabili e prezzi alle stelle
L’Istat sottolinea che la retribuzione oraria media nel periodo gennaio-giugno 2022 è cresciuta dello 0,8% rispetto allo stesso periodo del 2021. Mentre la fiducia dei consumatori nel luglio di quest’anno è crollata. Il divario che vede gli stipendi stabili e prezzi alle stelle arriva a circa sei punti percentuali. Per gli italiani. però, è sempre più difficile stare al passo con l’aumento del costo della vita. Oltre al calo su tutte le componenti dell’indice di fiducia dei consumatori, si registra anche per le impese.
Stipendi stabili e prezzi alle stelle, gli aumenti tendenziali
La nota Istat rileva che “complessivamente la dinamica retributiva risulta moderata seppur in aumento rispetto al periodo precedente”. I settori che presentano gli aumenti tendenziali più elevati sono quelli dei ministeri (+4,4%), dell’agricoltura (+4,1%), delle farmacie private (+3,9%) e dell’edilizia (+3,3%). L’incremento è invece nullo per il commercio e per il credito e assicurazioni.
La perdita di potere d’acquisto delle famiglie
La perdita di potere d’acquisto delle famiglie, soprattutto per i redditi medi e bassi è già percepita. Le prospettive di inflazione si stanno consolidando e in assenza di un cambio di passo, le famiglie vedranno ridursi ulteriormente il potere d’acquisto. Non si esclude che già il secondo trimestre di quest’anno veda una ulteriore riduzione dei consumi per le famiglie. Da una stima fatta dalle associazioni di categoria è emerso che già attualmente le famiglie rinunciano a carne e pesce e che la spesa sembra essere stata già ridimensionata.
E’ aumentata la corsa alle offerte nei supermercati e si scelgono prodotti “last minute” ovvero di prossima scadenza. Verdura e ortaggi restano nel carrello della spesa, ma sempre nell’ottica della convenienza.
In tema di vacanze le famiglie che possono concedersi il lusso di partire optano per soluzioni low cost, e di breve durata. Inoltre diminuiscono le spese per la cura della persona e le spese per la salute. Dal report emerge che si rinuncia alle visite specialistiche non urgenti, le cure odontoiatriche, ma soprattutto si taglia sulla prevenzione.
Lo scenario incerto anche per le imprese
L’incertezza avvolge anche le imprese, escluso il settore delle costruzioni che resta trainato dall’effetto del superbonus, sia per la manifattura che per i servizi. Il turismo ha subito un contraccolpo con la mancanza di lavoratori stagionali e oggi è legato a doppio filo alle incertezze dei voli aerei. Se questo andamento altalenante dovesse prolungarsi si stima una perdita di 1,2 milioni di passeggeri e circa 800 milioni di fatturato.